Moratti e i superpoteri per Expo ‘Non sarò il Bertolaso del Nord’

NON si sente il «Bertolaso del Nord», Letizia Moratti. Un decreto firmato da Silvio Berlusconi rende il sindacocommissario di Expo ancora più “straordinario”, affidandole poteri di deroga sulle opere pubbliche che azzerano un centinaio di articoli di 16 testi normativi. Ma lei, nel giorno della visita del segretario generale del Bie Vicente Gonzales Loscertales che ha promosso il lavoro di Milano, rifiuta il paragone con il capo della Protezione civile: «Io mi sento un sindaco e mi sembra che sia sufficiente». Quei poteri, li descrive come «misure che ci aiutano a essere pronti a ricevere un evento così importante come Expo». Ma che, assicura, saranno utilizzati «nel pieno rispetto delle procedure e di tutti gli organismi coinvolti per snellire le procedure e restare nei tempi tecnici». Nonostante da Pierfrancesco Majorino (Pd)e Basilio Rizzo (Lista Fo) dicano: «Il sindaco rinunci ai poteri». Dai democratici anche la richiesta di un Consiglio straordinario. L’ ordinanza lascia aperta una possibilità per i futuri cantieri dell’ Esposizione, anche se l’ amministratore delegato della società di gestione, Lucio Stanca è sicuro: «Per Expo non è stata varata alcuna normativa speciale». Dei cantieri del 2015, ieri, si è parlato anche alla Camera: il deputato del Pd Vinicio Peluffo ha presentato un ordine del giorno al decreto sulla Protezione civile «per escludere l’ applicazione di procedure di emergenza su eventi programmati come Expo e garantire che verranno adottate procedure ordinarie». Ma il testo, a cui lo stesso Guido Bertolaso ha dato parere negativo a nome del governo, è stato bocciato dalla maggioranza. Sono gli appalti, quelli che – dalle intercettazioni dell’ inchiesta sulla Protezione civile – avevano già scatenato gli appetiti della “cricca” di imprenditori, ad aver creato allarme. Stanca e Moratti assicurano: «Proteggeremo Expo». Sulle intercettazioni l’ ad ha ribadito: «Un polverone per niente. Ho ricevuto centinaia di imprese per spiegare cosa sia Expo perché è anche un’ occasione importante di lavoro, ma non ho mai conosciuto Riccardo Fusi». Il sindaco ha ricordato le misure prese come «la verifica della tracciabilità dei flussi finanziari e la “white list” per le aziende». Anche Loscertales non sembra preoccupato. «La corruzione è antica come il mondo – dice – . In ogni Paese quando c’ è un grande evento si crea molto interesse: l’ importante è avere gli strumenti per difendersi». E ancora, accantonando le polemiche: «La mia impressione, da osservatore straniero, è che spesso la stampa faccia una tremenda confusione, ripetendo temi ricorrenti. Più rumore che sostanza e credo che il resto sia più legato a lotte politiche che ad altro. Noi ci concentriamo su cose concrete e penso che Milano stia procedendo molto bene». Il Bie ha esaminato il dossier di 300 pagine e otto capitoli (il documento legislativo, lo sviluppo del tema, il masterplan del sito, il piano economico finanziario, quello di comunicazione e marketing, commerciale, l’ eredità della manifestazione e i regolamenti) necessario per la registrazione ufficiale, il prossimo 30 aprile. Anche allora, però, dovranno passare ancora sei mesi prima dell’ autorizzazione a far partire i lavori. Una bozza sarà presentata da Stanca e Moratti ai ministri e al premier tra l’ 8 e il 12 marzo. E quella del Bureau è una promozione: «Siamo giunti alla fase finale – ha detto il segretario – e tra poche settimane sarà tutto pronto: essere arrivati a questo punto in dieci mesi è un risultato straordinario. Sarà un progetto innovativo, flessibile, verde e capace di integrarsi con la città». – ALESSIA GALLIONE