Il mio intervento sul decreto legge Destinazione Italia

Oggi sono così intervenuto alla Camera sul decreto legge Destinazione Italia: “Signor Presidente, colleghi deputati, rappresentante del Governo, intervenendo in discussione sulle linee generali del decreto-legge «Destinazione Italia», voglio anzitutto fare una piccola premessa riguardante lo svolgimento dei lavori delle Commissioni congiunte in sede referente. Mi sento di farlo in considerazione dei giorni concitati che abbiamo alle spalle sui quali non intendo aggiungere alcuna valutazione. Su questo il Partito Democratico ha avuto parole chiare e comportamenti netti e adesso attendiamo le determinazioni in merito dell’Ufficio di Presidenza della Camera. Mi interessa mettere in evidenza che nelle Commissioni si è svolto un confronto serrato, duro, ma tutto concentrato sui contenuti. Ognuno ha mantenuto le proprie idee, ha avuto occasione, tempo e modo di esprimerle nel pieno rispetto del Regolamento, delle prassi e nel pieno rispetto degli altri. Quel rispetto per gli altri, signor Presidente, che non è segno di cedevolezza ma è senso delle istituzioni, del proprio ruolo e della cifra del proprio comportamento.

Ci sono stati nelle Commissioni anche momenti di convergenza puntuale tra maggioranza e opposizioni e il risultato complessivo, il testo licenziato dalle Commissioni rappresenta indubbiamente un passo avanti rispetto al testo originale, nel solco degli obiettivi del Governo, a mio giudizio. Si può essere più o meno d’accordo, ma, indubbiamente, è il risultato di un lavoro faticoso e positivo del Parlamento.

Il decreto che siamo impegnati a convertire rientra nella serie di provvedimenti presi dal Governo che, per alcuni aspetti, hanno radici più profonde, anche nei provvedimenti del precedente Governo, provvedimenti a sostegno della crescita economica, in un quadro di compatibilità finanziaria, che a quest’Aula dovrebbero essere sempre ben chiare e da cui, comunque, non si può esulare. Si tratta, quindi, di misure non una tantum, ma inserite in un cammino, un processo lungo e difficile che, passo dopo passo, deve consentire al nostro Paese di afferrare la crescita, uscendo dalla drammatica crisi nella quale ci siamo trovati. Misure, quindi, che rientrano nelle vie della ripresa, come oggi un quotidiano titola sulle proprie pagine.

Si tratta di interventi urgenti di avvio del piano «Destinazione Italia», che hanno come primo obiettivo l’attrazione di investimenti esteri nel nostro Paese e a sostegno dello sforzo del Presidente del Consiglio nella serie di visite e di incontri bilaterali a livello internazionale. Dei risultati di queste visite sono sicuro ci sarà occasione per una disamina attenta, ma, intanto, le notizie di questi giorni danno segnali positivi. Tra questi cito, a titolo di esempio, la decisione del fondo kuwaitiano «KIA» di investire 500 milioni nel Fondo strategico italiano.

Risultato di rilievo, certo: come è stato detto, poi, bisognerà capire come saranno usati, e dovranno essere usati al meglio. Peraltro, io stesso sono stato firmatario, mesi fa, di un’interrogazione che sollevava, per esempio, dubbi su alcuni interventi, su un intervento specifico del Fondo strategico italiano nella grande distribuzione, che non è prevista dal proprio statuto come uno dei settori di competenza. Quindi, credo che, poi, giustamente, sia stata accantonata. Ma al di là dei dubbi che si possono avere, è indubbio che questa scelta e questi investimenti dimostrano che un’opportunità c’è, che una novità c’è.

Allora, Presidente, intendo concentrarmi in questo intervento nel dettaglio soltanto di alcuni articoli, coordinandomi, quindi, anche con gli altri interventi dei colleghi del Partito Democratico, per rimarcare il contributo del lavoro delle Commissioni.

Innanzitutto, l’articolo 1, che interviene per la riduzione dei costi dell’energia, che è un obiettivo di questo Governo: questo decreto rappresenta indubbiamente un ulteriore passaggio in questa direzione, a cui, immagino, dovranno necessariamente seguire anche altri, perché sappiamo quanto siano gravosi i costi della bolletta elettrica sulle famiglie e sulle imprese, soprattutto le piccole e medie imprese. E sappiamo quanto sia spesso sedimentato il blocco degli oneri di sistema su cui incidere.

Voglio segnalare che l’emendamento del Partito Democratico approvato nelle Commissioni interviene e modifica il comma 2, perimetrando l’ambito di applicazione ed esclude gli impianti fotovoltaici di potenza fino a 100 chilowatt e gli impianti idroelettrici fino a 500 chilowatt. Questo perché è una scelta per garantire certezza degli investimenti, individuando anche una certa scala di priorità.

C’è una materia controversa all’interno di questo articolo, che è stata sollevata anche negli interventi precedenti da alcuni colleghi, nella fattispecie, del MoVimento 5 Stelle: faccio riferimento alla centrale a carbone nel Sulcis. Io voglio mettere in evidenza alla loro attenzione e all’attenzione di tutti quanti noi, che il comma 11 dell’articolo 1 abroga il meccanismo di incentivazione previsto a partire dal 1994, che era di particolare onere per il settore elettrico nazionale.

E voglio anche segnalare che l’emendamento del Partito Democratico interviene sul comma successivo, il 12, quello che riguarda la sfida del protocollo di intesa della regione Sardegna per la realizzazione del centro di ricerca e la centrale elettrica con tecnologie CCS, ossia carbon capture and storage. Ebbene, l’emendamento del Partito Democratico ha integrato il testo, precisando che l’incentivo a carico del GSE è concesso esclusivamente per la quantità di energia prodotta con la cattura e lo stoccaggio di anidride carbonica, spostando, quindi, le ragioni dell’incentivo tutte sul terreno dell’innovazione tecnologica.

Per concludere sull’articolo 1, Presidente, al comma 16 segnalo un altro emendamento del Partito Democratico che interviene con un calcolo più equilibrato del valore di rimborso nelle gare per la distribuzione del gas e introduce una proroga conseguente e funzionale di quattro mesi.

Per quanto riguarda un altro articolo su cui voglio intervenire brevemente, questo è l’articolo 6 che interviene in materia di misure per favorire la digitalizzazione e la connettività delle piccole e medie imprese. Su questo io credo che dobbiamo sempre tenere presenti i dati dell’ultima valutazione della Commissione europea che sono dello scorso giugno e riguardano il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda digitale in Italia.

Ebbene, il nostro Paese è all’ultimo posto nella diffusione della banda larga ad alta velocità ed è ad uno degli ultimi posti per quanto riguarda la percentuale di individui che utilizzano regolarmente Internet. Da questo punto di vista gli emendamenti dei relatori danno maggiori certezze sui finanziamenti, sui tempi ed intervengono, per esempio, anche nella regolamentazione degli scavi per la posa di fibra ottica.

C’è poi un altro emendamento che è stato presentato identico praticamente da tutti i gruppi che interviene sulla mini rottamazione delle frequenze, garantendo maggiormente e, aggiungo, opportunamente le TV locali. A questo va aggiunto – non è nel provvedimento, ma è un annuncio che ha fatto alla Commissione industria del Senato il sottosegretario Catricalà – che finalmente, dico io, partirà la gara per le frequenze TV dalle prossime settimane e sarà svolta entro l’estate.

Sull’articolo 8, in realtà, ci sarebbero state molte cose da dire, ma dopo lo stralcio mi preme sottolineare che bisogna mantenere l’obiettivo di riduzione dei costi della RC auto, bisogna mantenere l’impegno del Governo di un’iniziativa legislativa di intervento sul sistema e, secondo me, vanno utilizzati in questo senso, come materiali utili, il lavoro di approfondimento che è stato fatto in Commissione e soprattutto gli emendamenti dei relatori che, a mio giudizio, costituiscono un punto di equilibrio avanzato.

Infine, tornando al testo, all’articolo 13, nei primi commi, ci sono disposizioni per la realizzazione di opere connesse ad Expo 2015. Si tratta di interventi per rendere possibili le infrastrutture di accesso e le infrastrutture funzionali alla realizzazione del sito dell’Expo. Sono previste funzioni di vigilanza sullo stato di attuazione delle opere in capo al commissario unico e al tavolo istituzionale e poi si consentono al commissario unico deroghe alla normativa vigente per l’immediato avvio delle opere e la loro tempestiva realizzazione, ossia si tratta dell’esercizio dei poteri straordinari di protezione civile già conferiti al commissario unico. Decisioni a questo punto inevitabili a causa del tempo perso negli anni precedenti nella governance di Expo. Del resto se ne era occupata anche quest’Aula nella legislatura precedente. A questo punto mancano 14 mesi all’inizio dell’Expo, è necessario quindi fare presto, fare bene per, Presidente, ottimizzare l’opportunità costituita da Expo per l’Italia, visto che, oltre ad una grande manifestazione internazionale, costituisce il primo grande strumento anticiclico che può rappresentare un potente acceleratore per incrociare la ripresa economica già a partire da quest’anno”.

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