Il bando salva – Fininvest: intervento di Vinicio Peluffo

immagine documento(da L’Europa)

Per le emittenti locali si profilano momenti difficili. Sventata infatti la norma salva-Fininvest, che avrebbe bloccato il maxi-risarcimento pagato due giorni fa dall’azienda del premier alla Cir, dal governo arriva un altro regalo a Mediaset (pari alla metà della somma sborsata all’Ingegnere) ma a scapito delle tv locali. In autunno, infatti, sono previste due gare per l’assegnazione di frequenze digitali.
La prima è un’asta competitiva riservata agli operatori di telefonia mobile, la seconda un beauty contest per sei super-frequenze digitali: cioè sei cosiddetti multiplex verranno assegnati gratuitamente al concorrente con il punteggio più alto in una graduatoria di requisiti tecnici e commerciali.
Peccato, però, che si sia aperto il bando a tutti, certificando fin da ora la vittoria di Mediaset e Rai sugli editori emergenti. A ciò si aggiunga che i nove segnali, destinati a essere venduti all’incanto agli operatori di telecomunicazione (la base d’asta è di 300 milioni di euro ciascuno), sono al momento tutti occupati da emittenti locali, a cui sono stati assegnati solo sei mesi fa. Per loro il ministro Tremonti ha previsto una buonuscita quasi simbolica, 240 milioni di euro da suddividersi tra tutte. E ha inserito nella manovra correttiva, appena approvata, una norma che in caso di esproprio limita la possibilità delle tv di ricorrere alla giustizia amministrativa.
Se non saranno acquiescenti, la polizia interverrà a sequestrare e blindare gli impianti, con l’avvio di procedimenti penali con reclusione di tre anni, addebito di danni e interessi e privazione del risarcimento.
Una follia. In più, tutto questo, senza contare che sarà disattesa la legge italiana che prevede che un terzo delle frequenze digitali siano utilizzate dalle tv locali. La Ue ci chiede di aprire il mercato, non di introdurre ulteriori elementi distorsivi della libera concorrenza. Perciò, come già chiesto da Paolo Gentiloni, si tolga dal beauty contest il lotto di segnali che andrebbe in pasto agli editori dominanti e si assegnino le frequenze a quegli operatori locali costretti a liberare la banda per l’accesso a internet.
Sono una risorsa preziosa per l’informazione sul nostro territorio: i sacrifici non possono e non devono pesare solo su di loro.

Vinicio Peluffo