Legge elettorale, la proposta di legge dei radicali trova consensi nel PD.

immagine documento (da Il Riformista)

Oltre il Porcellum doppio turno alla francese oppure modello ungherese non-ungherese come rilanciato in questi giorni da Bersani? Questo è il dilemma. Il Pd, alla ricerca di un’alternativa all’attuale legge elettorale, si divide tra le parole del suo segretario (la chiamano ungherese ma non è ungherese, turca o slovena. E’ una porposta talmente tanto italiana che si occupa persino di un fenomeno come quello della formazione di gruppi parlamentari dopo le elezioni come quello dei Responsabili) è il modello ortodosso quello francese – decisio all’unanimità dall’assemblea nazionale del partito e ieri richiamato dai radicali.
Già, perché secondo Emma Bonino e Marco Pannella la proposta dei giorni scorsi di Bersani – un sistema misto a doppio turno con una soglia di sbarramento e il diritto di tribuna – «tradisce» l’orientamento deliberato all’unanimità dal congresso del partito a favore del maggioritario a doppio turno alla francese. Ecco allora che i radicali «corrono in soccorso del Pd per salvargli l’onore» e depositano, alla Camera e al Senato, una proposta di modifica della legge elettorale che recepisce proprio quell’orientamento. «Firmando questa proposta c’è l’occasione di fare un salto di qualità rispetto ai pastrocchi e alla robetta di quel povero Pier Luigi che pur di non decidere, fa i caminetti», spiega la Bonino. Stessa posizione per 23 parlamentari del Pd (tredici deputati e dieci senatori): tra di loro Cuperlo, Esposito, Farina, Peluffo, Pompili, Rubinato, Tidei. I radicali ricordano poi che la proposta di legge sulla riforma elettorale è stata presentata anche in Senato, a prima firma Perduca, a novembre. Ancora in fase di discussione in Commissione.

Quello francese è «il modello più utile», dice Vinicio Peluffo, che nei giorni scorsi ha appoggiato la proposta che a Montecitorio vede come primo firmatario il collega Andrea Rigoni. «Ben venga una discussione con le altre forze politiche: bisogna trovare una convergenza ampia». E il fatto che Bersani proponga ora un altro modello è «normale dialettica», assicura Peluffo. Nessuna volontà di polemica neppure dai radicali, assicura Marco Pannella al “Riformista”. «Abbiamo sottolineato quello che stanno portando avanti questi parlamentari del Pd in difesa ed attuazione, ortodossissima, di una delibera unanime della loro assemblea nazionale». Per il leader radicale, «la difesa e l’affermazione coerente della democraticità della vita di un partito è patrimonio di tutti i democratici – inclusi Pdl e Lega – e il fatto che i parlamentari del Pd abbiano preso questa iniziativa per noi è importante». Poi «è noto che noi abbiamo preferenza per il modello anglosassone, e ci riserviamo di presentare degli emendamenti. Ma il doppio turno alla francese è ora il migliore riferimento». Mentre l’ungherese, «il bavarese, il bossese sono degli imbrogli, scelte che non portano l’Italia a compiere il salto vittoriosa del modello anglosassone».

 

il riformista 16061164810 (Documento PDF)